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Chi sei? Raccontaci la tua storia?

Sono Fabio Ingegno, classe ’83, mi occupo di fotografia (specializzato nel settore pubblicitario) ma con un passato da ingegnere informatico. Nel 2009 mi sono laureato in ingegneria con l’intento di crescere nel settore dell’informatizzazione digitale attraverso applicativi web di ricerca dati. Ho sviluppato una tesi sperimentale in collaborazione con la DOOM di Matera (uno spinoff del poliba) e Monster.it (una piattaforma di cerca-lavoro che utilizza un database basato sulle ontologie per i matching delle informazioni). Dopo la laurea ho iniziato un percorso di inserimento aziendale basato sul linguaggio j2ee che mi ha iniziato ad orientare sul mondo del lavoro in questo settore. Dopo due anni ho deciso che la scrivania 10 ore al giorno non era quello che mi rendeva felice. Oggi a prescindere da quante ore lavoro, mi sento in pace con me stesso. Quando ho deciso di iniziare con la professione di fotografo avevo le idee chiare ovviamente con tutte le normali paure di un essere umano.

 

Con quale obiettivo hai iniziato a fare questa attività?

Sono sempre stato una persona estremamente curiosa e amante dell’osservare, oltre ad avere l’esigenza di cambiare sempre. La fotografia mi permette di essere ovunque e soprattutto con un approccio sempre nuovo alle cose. Ogni prodotto, azienda o persona che incontro mi proietta in un mondo nuovo da scoprire ed elaborare a mio modo. La fotografia mi permette di esplorare ciò che mi circonda.
Ho deciso di specializzarmi nella fotografia da studio/pubblicitaria perché è una fotografia molto tecnica e le mie attitudini di progettista mi hanno permesso di districarmi meglio in questo ambito. Poi con il tempo sono riuscito a specializzarmi soprattutto nel settore food e hospitality perché reputo che il nostro territorio sia ricco di eccellenze in questi ambiti che possono essere valorizzati e supportati da una buona immagine (spesso sottovalutata).

 

Cosa consigli ai giovani imprenditori o ad aspiranti tali e quali errori hai commesso?

Mi è difficile sinceramente dare consigli in senso lato, sicuramente lo studio e l’approfondimento costante sono alla base, sono le fondamenta di un percorso che deve essere in costante evoluzione. Spesso si pensa che l’inizio del percorso professionale sia la fine del percorso didattico, nel senso che solitamente si terminano gli studi e si inizia a lavorare, ma è proprio quando si inizia a lavorare che comincia una nuova importantissima fase di studio e di insegnamenti. Ogni mio nuovo lavoro è una nuova fase di crescita, ogni cliente mi pone nuove sfide e il metodo migliore per affrontarle è iniziare con l’ascolto delle sue esigenze e della proiezione nel suo mondo. Saper ascoltare credo che sia la cosa più complessa da imparare nell’ambito lavorativo.
Spesso, si è concentrarti solo in un unica direzione, si pensa che le nozioni siano quelle scritte sui manuali, ma con il tempo ci si rende conto che è solo il confronto costante con realtà parallele (e non) che fa crescere i singoli professionisti, e soprattutto che la professionalità è saper individuare i propri limiti e capire dove è necessario farsi affiancare da altri professionisti, creando così un team.
L’errore da cui ho imparato di più è sicuramente quello di fidarmi subito delle persone; questo non significa che non bisogna fidarsi o bisogna alzare un muro, anzi l’esperienza mi ha insegnato a cercare di capire le persone che ho davanti e questo sono riuscito a farlo sempre grazie all’ascolto. Più si è capaci di ascoltare e più ci si rende conto di molte cose, soprattutto dei propri pregiudizi che limitano le nostre visioni.

 

Hai in mente di fare altro dopo questa situazione? In altri ambiti?

Durante il il lockdown ho avuto tempo di approfondire alcuni aspetti in altri ambiti che ruotano sempre intorno alla comunicazione e al marketing, che per questioni di priorità lavorativa non ero ancora riuscito ad approfondire. In questo momento sono incuriosito dai nuovi linguaggi di comunicazione social su piattaforme più o meno in evoluzione in questo momento, ma il mio percorso attualmente è ancorato fortemente alla fotografia. Sto attualmente supportando diversi clienti nella ripresa e credo che dopo questa esperienza molte aziende si siano rese conto di quanto una forte e costante presenza sulle piattaforme digitali sia importante (se non fondamentale). Molti clienti sono riusciti a non perdere terreno grazie a una costante produzione di contenuti e oggi continuiamo a produrre materiale per non perdere il terreno conquistato
<h2>Quali sono i prossimi obiettivi a breve termine e quali a lungo termine?

Uno dei miei mantra è sempre stato “in continua ricerca”. Se da un lato il mio studio si occupa “solo” di fotografia, dall’altro mi rendo conto ogni giorno, sempre di più, di quanto sia vasto il mondo della comunicazione e dei linguaggi visivi, che come i linguaggi verbali cambiano al variare delle culture, delle nazionalità e delle esperienze personali. Quindi attualmente sto approfondendo una serie di tecniche di comunicazione visiva, e vorrei mantenere il mio linguaggio fotografico legato alla fotografia e non alla digitalizzazione dei contenuti, quindi cercando sempre di dare il giusto realismo alle immagini e alla comunicazione dei prodotti (che nel mio settore alle volte tende a diventare troppo “finta” e/o “fintamente perfetta”). Parallelamente sto cercando di strutturare uno studio che possa essere un contenitore di professionalità (sempre legate al mondo della fotografia), in quanto credo fortemente che la vera forza risieda nella cooperazione, e solo spalleggiandosi l’un l’altro si possa cresce noi e far crescere le cose in cui crediamo.